Cécile McLorin Salvant
Ieri sera ho avuto il piacere di assistere al concerto di Cécile McLorin Salvant presso l’Auditorium Parco della Musica – Sala Sinopoli di Roma. Vorrei condividere con voi le mie impressioni, mescolando emozioni personali, momenti musicali indimenticabili e qualche nota sui musicisti che l’hanno accompagnata.
Già intorno alle 18:00, la sala era gremita di spettatori. Un pubblico eterogeneo, non composto esclusivamente da appassionati di jazz puro, ma anche da chi, probabilmente, segue da tempo il percorso artistico di Salvant. L’entusiasmo e l’attenzione erano palpabili fin dall’ingresso in sala.
Il palco si è rivelato in tutta la sua essenzialità: illuminato sobriamente con una luce quasi bianca, privo di eccessi scenografici.
Una scelta perfetta per un’artista che pone al centro della scena la voce, il racconto e la musica.
Quando Cécile è salita sul palco – con il suo consueto outfit eccentrico – accompagnata dal suo quartetto (o meglio, un trio più voce), è stato subito chiaro che ci attendeva un concerto curato nei minimi dettagli. Un’esibizione capace di alternare l’intimità delle ballad al dinamismo dei brani più improvvisati.
Ad accompagnarla sul palco c’erano:
- Sullivan Fortner al pianoforte
- Yasushi Nakamura al contrabbasso
- Kyle Poole alla batteria
Fortner si è distinto per essere un pianista straordinario, il cui strumento non si limitava a un ruolo di accompagnamento, ma emergeva spesso come protagonista, con interludi che davano alla musica nuove direzioni. Nakamura, al contrabbasso, ha mantenuto una linea solida e musicale, gestendo tempi e dinamiche con grande naturalezza. Poole, alla batteria, ha brillato per la sua discrezione – nel senso migliore del termine: mai invasivo, ma sempre incisivo nel dettare il groove e nel creare spazio per i momenti più liberi.
Il risultato è stato un suono coeso ma vibrante, non semplicemente “cantante + trio”, ma un vero quartetto che respirava all’unisono. Questo ha permesso a Salvant di sfruttare non solo il suo straordinario timbro vocale, ma anche le pause, i silenzi e il dialogo profondo con gli altri strumenti.
Da fotografo, ho apprezzato anche l’attenzione ai dettagli scenici: luci, disposizione sul palco e atmosfera erano curate con maestria. Nessuna distrazione o sovraccarico visivo, tutto era concepito per esaltare la musica e l'artista.
Il concerto di Cécile McLorin Salvant a Roma è stata la conferma della sua statura artistica: una cantante che va oltre la semplice interpretazione vocale, rivelandosi autrice, narratrice e performer completa. Il suo trio le ha fornito un supporto impeccabile, con suoni precisi, dinamiche equilibrate e un’incredibile musicalità.
Se avrete la possibilità di assistere a uno dei suoi concerti, non esitate: ve lo consiglio senza riserve. Per chi, come me, ama catturare la magia della musica dal vivo attraverso la fotografia, è stata un’esperienza molto interessante. La musica, la luce e l’emozione si sono fuse, regalando momenti perfetti da immortalare.